martedì 29 marzo 2011

I PERSONAGGI - 11° EPISODIO: PAUL MC PHERSON

Paul Mc Pherson è nato il 3 luglio 1978 a Chicago. Alto 193 cm gioca nel ruolo di guardia-ala.


Uscito dal De Paul Blue Demon nel 2000 ha provato la sua carriera nella NBA giocando 33 partite con la maglia dei Phoenix Suns nella stagione 2000/2001.


Nel 2001 poi prova a continuare la sua avventura nella NBA con la maglia dei Golden State Warriors ma lascia per tentare la carta della CBA.


Vince il titolo della CBA con la maglia degli Yakima Sun Kings nella stagione 2002/2003. Nella CBA di nuovo avventure con i Rockford Lightning (2003/2004), Idaho Stampede (2004) e Gary Steelheads (2004/2005).


La sua carriera italiana la inizia nel 2004 con la maglia della Bipop-Carire Reggio Emilia.


Nel 2005 arriva a Livorno dove rimane fino al 2007. Con la maglia amaranto vince anche la gara delle schiacciate nell'All-Star Game del 2006 svolto a Torino (nella foto sopra). Nel 2007, a causa di tutte le problematiche della società livornese, è costretto a lasciare la nostra città per accasarsi in Francia e giocare con la maglia di Hyères-Toulon.


Le ultima due maglie che ha indossato sono state quelle del Rustavi e del Nacional Monte Hermos.


Attualmenteè free-agent.


sabato 26 marzo 2011

I PERSONAGGI - 11° EPISODIO: DAVID WOOD

David Wood è nato a Spokane il 30 novembre 1964. Uscito dall'Università di Nevada Wolf Pack, ha giocato in Italia, Spagna, Francia e nella NBA.

Prima di arrivare a Livorno nel 1989 per vestire la maglia della Libertas Livorno con contratto a "gettone" in sostituzione dell'infortunato Joe Binion ha giocato 2 partite con la maglia dei Chicago Bulls nella stagione 1987-88, poi ha giocato nella CBA (la seconda lega americana) con la maglia dei Rockford Lightning fino al suo arrivo a Livorno.

Con la maglia dell'Enichem ha giocato la famosa finale del 1989 contro la Philips Milano. A fine stagione però ha lasciato l'Italia e si è trasferito a Barcellona dove ha giocato per l'intera stagione 1989/90 con la maglia dei "blaugrana".

La stagione successiva firma con gli Houston Rockets. Nel 1991/92 torna in Spagna dove indossa la maglia del Saski Baskoria (squadra della città di Victoria). Nel 1992/93 ritorna nella NBA dove gioca con i San Antonio Spurs, nel 1993/94 nei Detroit Pistons, nel 1994 si trasferisce sulla costa ovest degli Stati Uniti dove rimane fino al 1996 giocando con la maglia dei Golden State Warriors. Nel 1996 doppia avventura prima con la maglia dei Phoenix Suns, poi con quella dei Dallas Mavericks. Nella stagione successiva ancora cambio di casacca, gioca con quella dei Milwaukee Bucks (1996/97). Nel 1997/98 torna nella CBA per riindossare la maglia dei Rockford Lightning. La sua avventura statunitense praticamente finisce qui.

Nel 1998 ritorna in Europa per indossare, in ordine, la maglia dell'Unicaja Malaga (1998), Murcia (1998/99), Limoges (1999), Gran Canaria (2000) e Fuenlabrada (dalla 2000 al 2003).

Nel 2007 conclude la sua carriera nei Reno Sharp Shooters.

Nel suo palmares c'è anche una medaglia di bronoz conquistata ai mondiali del 1998 in Grecia con la nazionale degli Stati Uniti insiema ad un altro ex Libertas, Wendell Alexis.

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domenica 20 marzo 2011

I PERSONAGGI - 10° EPISODIO: KEN BARLOW

Ken Barlow è nato a Indianapolis il 20 settembre 1964. Alto 207 cm ha giocato nel ruolo di Ala-Centro.
Barlow è stato scelto al primo giro, con il numero 23, nel draft del 1986 dai Los Angeles Lakers dopo aver giocato con la maglia della Notre Dame University.
La sua carriera però inizia oltre Oceano, in Europa.
Esordisce nel nostro campionato nella stagione 1986/87 con la maglia della Tracer Milano (Olimpia), poi passa al Maccabi Tel Aviv dove rimane dal 1987 al 1990. Nel 1990 trasloca in Grecia dove veste la maglia del Paok Salonico fino al 1993 anno in cui torna in Italia.
Nel 1993 veste la maglia della Viola Reggio Calabria, nel 1994 quella della Benetton Treviso ma solo per 11 partite.
Nel 1995/96 gioca nell'Olimpia Pistoia per poi trasferirsi dai vicini-rivali cugini di Montecatini dove vi rimane per 2 stagioni (1997/98 e 1998/99) per un totale di 68 partite.
Nella stagione 1999/2000 cambia completamente regione e si trasferisce in Sardegna dove gioca con la Dinamo Sassari.
Nel 2000 torna in Toscana per indossare la maglia amaranto del Basket Livorno. Nella nostra città ci rimane fino alla fine della sua carriere nel 2002. Sempre a Livorno rimane nel cuore dei tifosi soprattutto per il tiron della vittoria (nella foto) nella finale promozione dalla serie A2 alla serie A1 contro Reggio Emilia. Un tiro storico che riporta Livorno a giocare nella massima serie dopo 9 anni di assenza.

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sabato 12 marzo 2011

FINALE SCUDETTO 1989 - GARA 5: 27 MAGGIO 1989

ENICHEM LIVORNO v PHILIPS MILANO 85-86



ENICHEM LIVORNO: FANTOZZI 18, FORTI 6, ALEXIS 32, CARERA 13, TONUT 11, WOOD 5, DE RAFFAELE. N.E.: PIETRINI, PELLETTI E ROSSI. ALL.: ALBERTO BUCCI



PHILIPS MILANO: D'ANTONI 9, PREMIER 20, MENEGHIN 10, MC ADOO 7, KING 22, PITTIS 6, PESSINA 8, MONTECCHI 2, ALDI 2. N.E.: BALDI. ALL.: FRANCO CASALINI.



LIVORNO - Lo scudetto 1988/89 si decide a fil di sirena ed allora iniziamo a descrivere subito gli attimini finali di questa partita.

Mancano 34 secondi al termine dell'incontro, la Philips conduce di 1 punto, 86-85, con il possesso di palla. L'azione si sviluppa al limite dei 30 secondi. Premier si alza in sospensione ma il suo tiro finisce sul ferro. Il rimbalzo è di Wendell Alexis e mancano 4 secondi alla fine dell'incontro. Lo statunitense apre sulla sinistra per Alessandro Fantozzi che palleggia velocemente fino a quasi metà campo poi serve Forti sotto canestro. La guardia dell'Enichem, detta anche la "pantera rosa", si alza e realizza nonostante il fallo di Meneghin.

L'arbitro Grotti, che era appostato a due passi da Forti, convalida il canestro ed assegna anche il fallo al pivot milanese. Nel frattempo, Premier e Montecchi reagiscono ad alcuni sberleggi prendendo a pungi chie gli capita sotto tiro. E' la molla che fa scattare una rissa di più vaste proporzioni. Premier viene a sua volta colpito dall'addetto all tribuna stampa della Libertas. Il giocatore milanese, che già si era reso colpevole durante la partita di un grave e provocatorio gesto nei confronti del telecronista della RAI Gianni Decleva, gettandoli in faccia un asciugamano bagnato, reagisce come una furia ed a sua volta aggredisce Barsotti. I due cadono a terra e attorno a loro si forma un capannello di tifosi infuriati. Nella mischia intervengono Restani e Carera come paceri e, dopo aver allontanato gli scalmanati, consentono a Premier di raggiungere lo spogliatoio. Prima di lasciare il campo il giocatore milanese si lascia ad andare un nuovo gesto osceno nei confronti del pubblico livornese: alza i diti medi della mani roteandole ripetutamente.

Tornando all'ultimo canestro al tavolo non c'è ancora la certezza che sia valido. Ma dopo alcuni minuti di accese discussioni il canestro di Forti viene finalmente assegnato. Anche il tabellone viene corretto in 87-86 per i livornesi. L'Enichem è campione d'Italia. Mentre le agenzie giornalistiche diffondono i primi loro dispacci con questo risultato anche in televisione, che seguiva l'avvenimento in diretta, appare in sopraimpressione lo scudetto ed il nome della vincitrice, Enichem Livorno. Il palasport ovviamente esplode in un grosso boato. E' grande festa. I giocatori gialloblu apprendono la notizia negli spogliatoi ed anche loro si lasciano andare a gesti di gioia e brindano al tricolore. Fuori dal palasport si formano cortei automobilistici e tutte le vie della città sono attraversate da caroselli con le bandiere gialloblu innalzate al vento.

La gioia dello scudetto dura però soltanto venti minuti. Negli spogliatoi c'è una nuova versione degli arbitri. Zeppilli, si dice sicuro di ave sentito la sirena prima che Forti facesse partire il tiro e quindi afferma che il canestro è da ritenersi annullato anche se il suo collega Grotti lo aveva considerato valido. Dopo un altro concitato colloquio con i cronometristi ufficiali dell'incontro si giunge alla decisione finale: il canestro di Forti non è valido. Lo scudetto dalla maglie dell'Enichem passa così a quelle della Philips.

La notizia si diffonde all'esterno: i tifosi ammutoliscono ed i caroselli scompaiano dalla città. Il telegiornale di Rai 1, il TG1 delle 20.00, dà ancora la notizia che l'Enichem ha vinto lo scudetto. Per i livornesi si tratta dell'ultima amara beffa della giornata.

Ma veniamo adesso a com'è andata la partita prima.

La Philips ha giocato una partita da Philips, ovvero mettendo in campo tutta l'esperienza, la cattiveria e soprattuto il mestiere. L'Enichem ha accusato la grossa responsabilità del match-scudetto, impiegando molto tempo prima di togliersi l'emozione dell'evento. Cionostante la partita è sempre stata in equilibrio. Quasi in dirittura d'arrivo la Philips ha preso il largo, 71-80, ma altrettanto perentoria è stata la risposta dei livornesi che, grazie ai canestri di Fantozzi e di Alexis ed al carattere di tutta la squadra, hanno prontamente annullato il vantaggio milanese.

Tutto da rifare dunque sull'80-80 a poco più di un minuto dalla sirena. Premier riporta avanti la Philips con una bomba, ma Alexis risponde per le rime anche se il tiro viene convalidato da 2 punti in quanto il piede dell'americano aveva appena sfiorato la linea di 6 metri e 25. Nuova bomba di D'Antoni a 52 secondi dalla fine porta i milanesi a +4. La replica è ancora di Alexis da 3 a 34 secondi dalla fine. Poi la palla persa dai milanesi e lo storico canestro di Forti convalidato e poi annullato.

Un'altra annotazione, quella finale: il giocatore statunitense dei milanesi King è rimasto in campo nonostante gli arbitri abbiano fischiato 5 falli. Inammissibile sarà giudicato poi il ricorso dell'Enichem per la ripetizione della partita in quanto per i giudici si è trattato di un miserabile errore tecnico. Insomma, lo scudetto doveva rimanere a Milano

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